venerdì 18 luglio 2008

Livornesi, imparate da Pisa


GIOVEDÌ, 17 LUGLIO 2008

Economia a doppia velocità

MASSIMO PAOLI
Pisa e Livorno sembrano scindere sempre più i loro destini economici. L’Area Vasta si spezza in due. L’asse Pisa-Pontedera mostra promettenti attese di sviluppo. Piaggio razionalizza la presenza internazionale, ormai matura ed efficace, e sembra in grado di promettere (costi dei carburanti permettendo) espansione, o almeno stabilità.L’area continua ad attrarre investimenti nella cantieristica e s’intravedono nuovi sviluppo. Le università legano con efficacia scienza, innovazione e nuovi business grazie alla crescita straordinaria dei poli scientifico-tecnologici, Pontedera prima di tutto ma, oltre a Pisa, anche di Navacchio. Il fiorire di “start-up” di imprese a elevato livello tecnologico potrebbe farci parlare di una “ArnoEra” Valley. Un aeroporto in espansione potrà dire la sua nel traffico merci oltre che passeggeri. Perfino nel campo delle utility ci sono segnali interessanti, sia nel settore dei rifiuti sia nel sistema acqua. L’unica nuvoletta riguarda la componentistica auto per il passaggio, non chiarissimo, degli stabilimenti Siemens dell’area pisano-livornese alla Continental. Niente di male, è solo il transito da un leader dell’elettronica automotive a un altro, ma questo ha posto domande rimaste senza risposta ufficiale (a partire dalla più ovvia: perché?). Al contrario, il fronte livornese mostra incertezze e problematicità. A furia di balbettare di “area vasta” senza fare nulla per realizzarla, l’economia reale ha fatto il suo percorso. Per il porto di Livorno si è finalmente sbloccato l’iter per il Piano regolatore generale, ma si è comunque perso un altro anno. Risultato, la Darsena Europa rischia di essere finita, se tutto va bene, tra il tardo 2016 e l’inizio del 2017. Nel frattempo si dovrà razionalizzare il sistema portuale Livorno-Piombino specializzandolo. Ma le decisioni ancora da prendere sono tante e decisive: per esempi, chi sarà il partner internazionale? e chi farà gli investimenti ferroviari? Si attendono anche, e con ansia, le decisioni del Comune di Livorno, dell’Autorità portuale e di Azimut-Benetti sulla Porta a mare. Di fatto sono a rischio 4-500 posti di lavoro nel settore delle riparazioni navali e le prospettive non sono chiare. D’altra parte, immobili di prestigio e riparazioni navali non stanno tanto bene insieme. E se nessuno ha voglia di acquistare appartamenti con vista saldatura, senza riparazioni navali il porto perde un asset fondamentale per qualità dei servizi e livelli di occupazione. Si attendono con ansia le decisioni strategiche di Azimut-Benetti. La cantieristica a Livorno è oggi una realtà splendida, ma l’affare immobiliare ha già restituito all’investitore tutto, forse già più di quanto investito, svincolandolo completamente dal sito: sarà vero che vuol fare barche in Turchia? E a Viareggio, una volta avuti i fondali necessari, si faranno solo progettazione e ricerca e sviluppo? Dovere delle imprese è informare la città sulle loro prospettive. Si attendono anche gli sviluppi dell’affare Delphi: noi umani non ci stiamo capendo più niente. All’Asa sembra imperare il Gattopardo, visto che è cambiato tutto ma non sembra cambiato niente, mentre si profila un problema crescente di assetto strategico del sistema acqua. Ancora. La bolla immobiliare è finita, si dice che a Livorno ci siano migliaia di vani liberi, eppure ci aspettano mega investimenti edilizi. È intanto un segnale importante che la Scuola Sant’Anna investa a Livorno in un settore scientifico e tecnologico come la robotica per il mare, ma vedremo che spazi, risorse e attenzione riceverà. Speriamo, insomma, che per i separati in casa Pisa e Livorno non finisca come tra le Olivella e Maria Rosa di un indimenticabile carosello di tanti anni fa: a Olivella andavano tutte bene, e Maria Rosa faceva rima con invidiosa...
Massimo Paoli economista

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