lunedì 31 marzo 2008

Parole, parole, parole.....

Accountability
Il dizionario traduce il termine inglese «accountability» con «responsabilità».
Nella cooperazione allo sviluppo, il termine è utilizzato ogni qualvolta si ha a che fare con l’«accountable», in altre parole, il responsabile, colui che dirige un progetto, un programma o una misura d’intervento. E dunque, tale «accountable» può essere un governo o un ministero, così come la Banca mondiale, la DSC, un manager o il singolo responsabile di un progetto. La DSC, ad esempio, per quanto concerne la lotta alla povertà, è da considerarsi «accountable» nei confronti del parlamento. Essa è tenuta a dichiarare in che modo viene eseguito l’incarico, come viene impiegato il denaro, in quale misura sono stati raggiunti gli obiettivi e quali aspettative sono state soddisfatte. Accountability è, in fondo, l’esatto contrario di arbitrio, essa presuppone trasparenza, garanzie, assunzione di responsabilità e rendiconto sulle attività svolte, nonché l’impegno a dichiararsi. Da ciò consegue, per tutti coloro che partecipano al progetto, la trasparenza, la condivisione e la capacità di fornire prestazioni.
Da "Un solo mondo", N. 3/00
Spero che la “vocazione maggioritaria” e il coraggio di decidere di cui parla spesso Walter Veltroni si trasformino prima di tutto in un'assunzione di responsabilità da parte di persone fisiche; che al coraggio di decidere che chiediamo al nostro partito di avere si abbini la responsabilità individuale di chi prende le decisioni.
Non ci saranno mai né meritocrazia né ricambio generazionale in Italia fino a quando quelli che prendono decisioni sbagliate, tecniche o politiche che siano, non cominceranno a lasciare spazio ad altri più abili o semplicemente più capaci di proporre le soluzioni necessarie per il progresso del paese
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Ivan Scalfarotto

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