Difficile dire quanto abbia pesato sull’affluenza alle primarie la volontà diffusa tra la gente di dare un segno di discontinuità dalla politica dei partiti della sinistra.
Tanto i partiti costituenti hanno avuto il merito di far risorgere e sviluppare l’Italia repubblicana, quanto la loro involuzione è stata inesorabile negli ultimi decenni fino a farli apparire negativi agli occhi dei più, nella così detta fase della “Seconda Repubblica” che in effetti non si è mai compiutamente delineata.
Difficile contestare affermazioni come quelle del Presidente di Confidustria quando, in modo “apodittico” ma non lontano dal vero, sostiene che il Paese è stato non governato per oltre dieci anni sia dal centro destra che dal centro sinistra, anche se Egli forse dimentica che l’adesione all’euro resta un traguardo essenziale per il paese e questo è stato voluto e raggiunto da un governo di centro sinistra.
I costituenti del partito democratico certo vogliono una nuova politica, si dice una bella politica, che per questo deve essere corretta nei rapporti interni e con le altre forze politiche , aperta al confronto, mai aggressiva, educativa nel dibattito e nel contraddittorio.
Un paese distribuito in maniera pressoché equivalente tra i due schieramenti partitici richiede il confronto e la condivisione di “un qualcosa” che lo unifichi e lo rappresenti. Costruire un paese europeo, affine ai cinque paesi che con l’Italia dettero vita alla Comunità, può essere l’obiettivo concreto di coesione; può sembrare banale, ma non è così.
Ci sono infatti aspetti e livelli diversi di coesione europea: alcuni sono più impegnativi per i loro contenuti ideologici come la famiglia, la giustizia , l’informazione, ma ci sono tantissimi aspetti e livelli di coesione europea che sono oggettivi, non ideologici, molto pratici che interagiscono ogni giorno con la vita del cittadino. Mi riferisco alla sicurezza ed all’universo dei servizi. La qualità dell’aria, delle acque, la funzionalità e la sicurezza della mobilità, l’efficacia della sanità, l’efficienza dell’istruzione pubblica, la fruibilità degli sportelli della pubblica amministrazione non sono ne di centro destra ne di centro sinistra, ma sono i parametri della qualità della vita; rappresentano i servizi erogati dallo stato ed i grandi flussi della spesa pubblica per i quali i cittadini pagano le tasse.
Sotto una certa soglia le carenze dei pubblici servizi rappresentano un potente incentivo all’evasione fiscale.
Quale allora la sfida che attende il PD per questi aspetti così pratici e concreti?
La sfida trasversale, per un partito che dichiara di nascere con una vocazione maggioritaria nel paese, è la cultura teorica e pratica dell’amministrazione che dovrà mettere in pratica quando sarà maggioranza di governo.
Fare della pubblica amministrazione un comparto moderno ed efficiente capace di programmare, progettare, realizzare e gestire le riforme per rendere la democrazia concreta e percepibile da tutti i cittadini.
La cultura dell’amministrazione è stata per troppo tempo sottovalutata, ritenuta da addetti ai lavori ed il paese, nei decenni, ha subito costi elevati e bassa qualità, sperperi e degrado. È per questo che i governi dopo pochi mesi dalle elezioni subiscono rovesci nel gradimento da parte di quelli stessi elettori che li avevano premiati. Oggi ogni governo non è in grado di mantenere ciò che promette perché non possiede gli strumenti e le competenze per garantire alla macchina statale le performance che gli sono proprie.
La sfida dunque è: costruire una cultura dell’efficienza dell’efficacia dell’economicità nel PD che poi sappia essere pratica di governo e possa essere percepita dai cittadini.
Ing. Pietro Marini
Tanto i partiti costituenti hanno avuto il merito di far risorgere e sviluppare l’Italia repubblicana, quanto la loro involuzione è stata inesorabile negli ultimi decenni fino a farli apparire negativi agli occhi dei più, nella così detta fase della “Seconda Repubblica” che in effetti non si è mai compiutamente delineata.
Difficile contestare affermazioni come quelle del Presidente di Confidustria quando, in modo “apodittico” ma non lontano dal vero, sostiene che il Paese è stato non governato per oltre dieci anni sia dal centro destra che dal centro sinistra, anche se Egli forse dimentica che l’adesione all’euro resta un traguardo essenziale per il paese e questo è stato voluto e raggiunto da un governo di centro sinistra.
I costituenti del partito democratico certo vogliono una nuova politica, si dice una bella politica, che per questo deve essere corretta nei rapporti interni e con le altre forze politiche , aperta al confronto, mai aggressiva, educativa nel dibattito e nel contraddittorio.
Un paese distribuito in maniera pressoché equivalente tra i due schieramenti partitici richiede il confronto e la condivisione di “un qualcosa” che lo unifichi e lo rappresenti. Costruire un paese europeo, affine ai cinque paesi che con l’Italia dettero vita alla Comunità, può essere l’obiettivo concreto di coesione; può sembrare banale, ma non è così.
Ci sono infatti aspetti e livelli diversi di coesione europea: alcuni sono più impegnativi per i loro contenuti ideologici come la famiglia, la giustizia , l’informazione, ma ci sono tantissimi aspetti e livelli di coesione europea che sono oggettivi, non ideologici, molto pratici che interagiscono ogni giorno con la vita del cittadino. Mi riferisco alla sicurezza ed all’universo dei servizi. La qualità dell’aria, delle acque, la funzionalità e la sicurezza della mobilità, l’efficacia della sanità, l’efficienza dell’istruzione pubblica, la fruibilità degli sportelli della pubblica amministrazione non sono ne di centro destra ne di centro sinistra, ma sono i parametri della qualità della vita; rappresentano i servizi erogati dallo stato ed i grandi flussi della spesa pubblica per i quali i cittadini pagano le tasse.
Sotto una certa soglia le carenze dei pubblici servizi rappresentano un potente incentivo all’evasione fiscale.
Quale allora la sfida che attende il PD per questi aspetti così pratici e concreti?
La sfida trasversale, per un partito che dichiara di nascere con una vocazione maggioritaria nel paese, è la cultura teorica e pratica dell’amministrazione che dovrà mettere in pratica quando sarà maggioranza di governo.
Fare della pubblica amministrazione un comparto moderno ed efficiente capace di programmare, progettare, realizzare e gestire le riforme per rendere la democrazia concreta e percepibile da tutti i cittadini.
La cultura dell’amministrazione è stata per troppo tempo sottovalutata, ritenuta da addetti ai lavori ed il paese, nei decenni, ha subito costi elevati e bassa qualità, sperperi e degrado. È per questo che i governi dopo pochi mesi dalle elezioni subiscono rovesci nel gradimento da parte di quelli stessi elettori che li avevano premiati. Oggi ogni governo non è in grado di mantenere ciò che promette perché non possiede gli strumenti e le competenze per garantire alla macchina statale le performance che gli sono proprie.
La sfida dunque è: costruire una cultura dell’efficienza dell’efficacia dell’economicità nel PD che poi sappia essere pratica di governo e possa essere percepita dai cittadini.
Ing. Pietro Marini
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