La rubrica di Claudio Frontera
LUCI E OMBRE DELL'AVVIO DEL PD
Molte più le luci di questo atteso inizio del Pd, ma alle ombre, per quanto minime, è sempre buon metodo prestare grande attenzione.
Dunque parliamo prima del grande impatto positivo, e vediamo i risultati del PD in un mese e mezzo dalle primarie del 14 Ottobre:
- ha restituito credibilità alla politica, che si trovava sotto botta per la campagna sulla “casta” e gli attacchi di Grillo e Confindustria e indebolita per la delusione del popolo di centrosinistra nei confronti del governo Prodi;
- ha rimesso in movimento la partita essenziale delle riforme istituzionali ed elettorale, necessarie a ricreare in modo stabile un circuito di fiducia tra cittadini e Stato con nuove proposte e coraggiose iniziative;
- ha movimentato un sistema politico prigioniero delle sue stesse rigidità, provocando, con la forza della novità e della rottura degli schemi, il collasso della Casa delle Libertà, oggi alla ricerca di n nuovo assetto e divisa al suo interno, nonché nuovi processi di aggregazione delle forze più piccole, sia a sinistra che al centro;
- ha conquistato e consolidato un’immagine di forte innovazione nel panorama politico italiano, sia per quanto riguarda il rinnovamento generazionale che per quanto riguarda la parità di genere, vera svolta storica della politica italiana, nella quale, con la nascita di un PD con organismi costituenti composti con equilibrio di genere, per la prima volta le donne sono pienamente protagoniste ;
- si è avviato nel modo giusto, a partire dalla scelta di un simbolo bello, efficace e significativo, un processo costituente che è anche costruzione e radicamento di un vero partito capace di innovare, ma per svolgere fino in fondo il ruolo che la Costituzione repubblicana assegna ai partiti politici, quali organizzatori fondamentali della vita democratica nazionale e locale.
Molto meno rilevanti, ma da non sottovalutare, gli aspetti su cui agire per prevenire difficoltà e problemi:
durante la fase costituente, fatta di organismi provvisori, processi e percorsi, i vecchi partiti Ds e Margherita non ci sono più e il Pd trova oggettive difficoltà ad essere in campo sul territorio, sulle cose che interessano i cittadini, come il lavoro, il futuro del Welfare, la sicurezza, la qualità della vita delle città, ecc. con proposte e iniziative. Nel frattempo, però la politica non si ferma, a livello nazionale, regionale e locale. Quali e dove sono le opportunità di schierare il Pd, per quanto provvisorio nei suoi assetti, sui problemi di cui ogni giorno si parla. Spetta evidentemente ai coordinatori e ai coordinamenti ad ogni livello l’impegnativo compito di coinvolgere il nuovo partito sulle cose reali, aiutandolo a discutere. Chi non vuole un forte PD non lo contrasta direttamente, dopo il risultato imponente di partecipazione del 14 Ottobre, ma può essere tentato di svuotarlo e delegittimarlo, escludendolo dalle decisioni concrete. C’è il rischio di una confusa fase fatta di discussioni aeree sui massimi sistemi, forum tematici senza coordinamento, riunioni senza conclusioni, ecc Alla fine un simile processo porterà probabilmente alla nascita di un nuovo soggetto politico, con un’identità e una cultura frutto di un lungo processo di maturazione. Alla lunga, è probabile. Ma il futuro dell’Italia si decide a breve termine, per la crisi evidente di un assetto politico e di governo fondato su una maggioranza limitata e profondamente divisa e il PD rischia di trovarsi, suo malgrado, alla finestra. Lo stesso dicasi per i livelli locali, dovunque caratterizzati, in maniera diversa e diversamente intensa, da riorganizzazioni e ridefinizioni di alleanze e priorità. E’ urgente che il PD sia in campo, ogni giorno, come la gente che ha votato il 14 ottobre si aspetta.
Claudio Frontera, costituente regionale
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