sabato 13 settembre 2008

Succede a Firenze...............


Primarie La mossa a sorpresa del deputato mentre i dirigenti Pd cercavano il nome forte
Lo strappo di Pistelli «Candidato sindaco»
Lapo Pistelli scende in campo. Nel giorno in cui tutti si aspettavano la candidatura di Riccardo Conti alle primarie del Pd, è arrivata — a sorpresa — quella del deputato e responsabile esteri dei democratici
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SLALOM FRA I TRABOCCHETTI
di PAOLO ERMINI

da Il Corriere Fiorentino


A forza di infilare aghi e tirar fili per sgombrare il campo da candidati sgraditi e ridurre le primarie a un pantomima per incoronare l'uomo scelto dai vertici, qualche dirigente locale del Pd rischia di cogliere un risultato esattamente opposto ai propri desideri: la proliferazione dei candidati. È possibile e vien quasi voglia di dire «ben gli starebbe», vista la pervicacia autolesionista con la quale per giorni si è cercato di accomodare l'esito di questa partita, non esaltante per i comuni cittadini, ma non priva di colpi di scena, trabocchetti e veleni. Come se si trattasse di un avvicente feuilleton d'altri tempi invece che di uno scontro politico tra il tentativo di far decollare un partito nuovo, aperto alla società che gli sta intorno e non più ostaggio delle vecchie oligarchie, e la voglia di salvare lo status quo, invocando a parole il cambiamento ma lasciando intatto lo stesso sistema di selezione dei dirigenti, con tutto ciò che questa scelta comporterebbe nella formazione delle giunte e poi nell'esercizio del potere.Il primo strappo a questo copione lo aveva dato Daniela Lastri quando a sorpresa annunciò, con molta semplicità ed emozione, che lei si metteva in corsa per Palazzo Vecchio; il secondo lo ha dato ieri Lapo Pistelli che ora è ufficialmente il secondo candidato del Pd per la carica di sindaco di Firenze. Forse può sorprendere come lo ha fatto sapere, con un comunicato giunto a sorpresa sui computer delle redazioni, ma probabilmente è dipeso proprio dal clima che si respira in queste ore dentro il suo partito. Può darsi che ci fosse la necessità di bloccare pressioni e contromosse. E può anche darsi che alla spinta finale per rompere gli indugi non sia stata estranea la preoccupazione per l'eccessivo movimentismo dei dalemiani fiorentini anche verso Veltroni (l'unico che poteva fermare la candidatura del deputato ex Margherita), come racconta Marzio Fatucchi a pagina 3. Quel che conta, in ogni caso, è il risultato: un'altra bella boccata di aria fresca che al Pd non può che far bene, in sintonia con quanto andava dicendo da giorni il sindaco Leonardo Domenici, che ieri ha anche alzato la voce per farsi sentire meglio (e mai come questa volta la sfuriata è stata, da molti, apprezzata…). Ora vedremo se a Lastri e a Pistelli si aggiungeranno altri nomi: Riccardo Conti (ma non più come «prescelto dall'alto», l'«unto del partito»), Graziano Cioni, Matteo Renzi o anche qualcun altro, rimasto fin qui nell'ombra. Questo vuole la legge delle primarie. E questo chiede una città sempre più insofferente per il conservatorismo di sinistra e per l'afasia di un centrodestra che è sembrato incapace perfino di sfruttare il vantaggio che in questi giorni, generosamente, l'avversario gli ha offerto.

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