mercoledì 22 ottobre 2008

Ombre Cinesi

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"In Livorno e le elezioni " Claudio Frontera percepisce il clima di una città da troppo tempo senza identità, tormentata da vaganti ombre cinesi in cerca di un autore. Se accanto ad una presenza dell'uomo storicamente segnata non si riesce a comprendere il presente, prospettare il futuro diventa solo una pura esercitazione linguistica; è il valore d'uso del territorio che deve essere reinventato secondo scelte efficaci di carattere politico. Il non aver colto il mutamento complessivo che si è diversamente articolato nel nostro territorio nel corso degli anni ha eluso quella dinamica culturale, stimolo necessario per un'attività progettuale, ripensata in tutte le fruizioni possibili, nelle diverse variabili e non solo in chiave occupazionale.
Ci sono almeno dieci anni di pura e semplice gestione della res pubblica cittadina, che ha volutamente ignorato ogni possibile confronto innovativo e come tale potenzialmente "creativo". Quando per gratuita supponenza si pensa di essere rappresentativi per una sorta di appartenenza "religiosa-partitica" o per innata supremazia etica , l'ottusità politica trionfa sicuramente e non allontana quella storica diffidenza nei confronti del centro sinistra che il PD ha in parte ereditato..
In un'assemblea del PD ho avuto modo di ricordare che questo deve essere il momento massimo dell'ascolto, ascoltare chi, con nuovo entusiasmo si è avvicinato al PD, ma qualche dotto inquisitore d'apparato ha immediatamente osservato che l'ascoltare potrebbe essere interpretato come una possibile deficienza dialettica! ...
Nella società del disincanto non essere capaci di ascoltare apre ulteriori foschi scenari e tra l'altro mette in discussione anche lo zoccolo duro: non si è, infatti, capito che molti di noi "ragazzi" del ‘46 ( ed anni limitrofi), per meglio capirci, quelli dai tanti sogni infranti che sempre hanno costituito gli irriducibili votanti del partito di maggioranza nella nostra città, abbiano esaurito la loro vocazione, logorati da una vacua ed abulica dialettica politica, stanchi di un sistema mercenario di regime e di una totale assenza di meritocrazia, e potrebbero serenamente, senza troppo chiasso, decidere anche di non votare ...nonostante i sondaggi.
E' vero, dei figli del dopo guerra si può anche fare a meno, ma almeno, è garantito il consenso delle nuove generazioni? La questione è dubbia, non si comprende, infatti, per quale motivo la discontinuità genetica dovrebbe sostenere "la continuità" di una forza politica e di personaggi inaffondabili che si proclamano diversi e nuovi, ma imitano la politica degli avanzi e del personalismo del cavaliere.
E' il momento di avere il coraggio di mettersi veramente in gioco a tutto campo con un confronto aperto con la cittadinanza attiva e riformista della città e con i giovani scesi in piazza in difesa della scuola pubblica ed evitare di confrontarsi solo nelle segrete stanze dei palazzi con gli amici degli amici.
Giancarlo Sacripanti

P.S. Sia bene chiaro tutti hanno il diritto e in molti casi i meriti necessari per ricandidarsi o candidarsi per le prossime amministrative, ma ad una condizione: nel rispetto della democrazia partecipata e del confronto dialettico con gli elettori, ascoltare per capire perché molto è cambiato in questi ultimi anni...per una frase simile detta negli anni ‘90 nella direzione dei DS venni "monarchicamente " esiliato per lesa maestà. Speriamo bene...

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