Dibattito sulle PRIMARIELa Repubblica
VENERDÌ, 08 AGOSTO 2008
Firenze
Il segretario regionale contrario allo svolgimento di consultazioni per il partito e la coalizione
Primarie, tempesta nel Pd
Manciulli:"Candidati scelti dall´interno". E scoppia la rivolta
E se alla fine il candidato sindaco di Firenze uscisse da una consultazione allargata a tutte le forze della coalizione, con un solo nome in gara indicato dal Pd? Invece delle primarie di partito, come era stato ipotizzato finora, il Pd potrebbe correre con un solo nome scelto tra pochi dirigenti. E´ uno scenario, questo, che il segretario toscano Andrea Manciulli non scarta a priori ma che già incontra la dura opposizione del coordinatore fiorentino Giacomo Billi («dobbiamo fare primarie del Pd aperte», dice) e dell´assessore Cioni che avverte: «Se il partito sceglie questa strada non è più il mio partito».
"Primarie di partito? A Firenze si può"
Ma nel Pd scoppia la rivolta contro la linea di Manciulli
Massimo Vanni
Daniela Lastri per ora è l´unica a essere scesa esplicitamente in campo MASSIMO VANNI
O le primarie del Pd o quelle della coalizione. Due sono troppe, politicamente insostenibili dice il segretario toscano del Pd Andrea Manciulli. Ma chi selezionerà i candidati Pd da inviare alle primarie di coalizione? Lo statuto nazionale dice che ci andrà chi raggiunge almeno il 35 per cento dei voti dei componenti delle assemblee comunali. Dal Pd toscano arriva la proposta di far votare i fondatori. E a Firenze scoppia la rivolta. Senza le primarie, il peso dei dirigenti di partito sarebbe determinante nella scelta dei candidati del Pd. E una volta scelto, data la forza elettorale del partito, il candidato avrebbe ottime possibilità di diventare sindaco. «Un ritorno al passato», si oppongono l´assessore Graziano Cioni, il segretario del Pd Giacomo Billi e anche i sostenitori dell´assessore Daniela Lastri, per ora l´unica candidata dichiaratamente in campo. Segretario Manciulli, è vero che non volete le primarie?«Le vogliamo fare e le faremo. La Toscana è la regione nella quale le primarie sono state già fatte, è la sola regione dove lo statuto del Pd prevede le primarie a tutti i livelli ed è l´unica regione ad avere una legge istituzionale per le primarie che solo noi abbiamo fino a questo momento esercitato. Il punto è altrove: come regolare fra loro le primarie di partito e quelle di coalizione. In ballo c´è l´esito stesso delle prossime elezioni amministrative in Toscana».Le primarie di coalizione escludono le primarie del Pd? «La questione è molto seria e deve essere spiegata bene. Il prossimo anno andranno al voto 215 Comuni toscani su 280, la maggioranza di questi è sotto i 15 mila abitanti e voterà in un unico turno. Quando si fanno le regole si fanno per tutti e se non ci presentiamo con una coalizione rischiamo di perdere molti di questi Comuni».E che "c´azzecca" non fare le primarie di partito?«Se il Pd, laddove si renda necessaria una coalizione, facesse prima le primarie aperte a tutti solo per scegliere il proprio candidato e andasse poi dagli alleati a proporre primarie aperte di coalizione, cosa direbbero gli altri partiti? Si sentirebbero di partecipare con pari dignità alla selezione dei candidati con un partito che in Toscana possiede il 47 per cento? A Firenze si vota con due turni ma dove non ci sono si metterebbe a rischio l´esistenza stessa della coalizione e, alla fine, la possibilità di vittoria nei vari Comuni».Il Pd fiorentino sembra pensarla diversamente.«Penso che a Firenze, come nel resto della Toscana, il Pd sarà la forza politica che selezionerà i propri candidati con le procedure di gran lunga più partecipative. Del resto con una decisione di Berlusconi, è stato appena nominato il coordinatore toscano di Forza Italia e mi pare assurdo che in casa nostra ci si tormenti su una modalità di selezione dei candidati che nessun altro partito effettua con altrettanta democrazia. A Firenze dovremmo forse nel giro di 6 mesi raccogliere le firme per le primarie, fare le primarie aperte di partito, raccogliere le firme per quelle di coalizione, fare le primarie di coalizione, raccogliere le firme per le elezioni e quindi votare eventualmente su due turni? La politica non è la coppa dei campioni della selezione dei candidati. Non bisogna mai perdere di vista l´obiettivo vero che non è vincere le primarie ma vincere le elezioni».Sostituire però le primarie con una mera consultazione interna non significa affidare la scelta del candidato al solo gruppo dirigente? Alla casta della politica?«Non è così. Nessuno vuole fare una semplice consultazione del solo gruppo dirigente. Prendiamo il caso di Firenze, che solleva tanta discussione: se entro il 10 ottobre prossimo le forze politiche riusciranno a trovare un accordo vorrà dire che si fanno le primarie di coalizione. E in quel caso il Pd deciderà i suoi candidati per le primarie di coalizione. In che modo? Secondo lo statuto nazionale può sceglierli anche con un semplice voto degli organi dirigenti, ma noi vogliamo andare oltre. Ed è questo lo sforzo che lodevolmente ha portato avanti il parlamentare Franco Ceccuzzi nella commissione statuto regionale del partito: cioè la possibilità di estendere il più possibile la platea di chi decide le candidature alle primarie di coalizione».Ma cosa succede nel caso, invece che non sia possibile decidere già la coalizione entro il 10 ottobre prossimo?«In questo caso vorrà dire che si faranno le primarie di partito aperte a tutti gli elettori, come da regolamento. Il Pd deciderà così il suo candidato e discuterà eventualmente in un secondo momento con gli alleati riguardo al programma e alla costruzione della coalizione. Quindi mi pare evidente che in tutti i casi a Firenze ci saranno primarie aperte a tutti gli elettori. Che siano di coalizione o di partito, tutti potranno votare».Come spiega allora tanta animosità in questi giorni?«A me pare ci sia una spinta di molti candidati e supporter a fare primarie nel modo a loro più congeniale, senza tenere conto delle necessità collettive. Ma chi dirige il partito, a tutti i livelli, dovrebbe preoccuparsi che più di tutto contino le finalità collettive, non quelle dei singoli. Sono dell´opinione che di tutto ciò si debba discutere ai primi di settembre negli organismi dirigenti fiorentini».
Le reazioni
Tra i critici più accesi c´è l´assessore di Palazzo Vecchio: attenti, perdiamo le elezioni. Billi: niente infingimenti Cioni: "Così non è più il mio partito"
In mattinata una telefonata per ringraziare il segretario cittadino "Basta trucchi, abbiamo già alle spalle la vergogna delle primariette per il Parlamento"
ERNESTO FERRARA
«Giù le mani dalle primarie. Non possiamo tradire gli elettori. Io ho scelto un partito che mi ha dato delle garanzie. Se ora trucca le primarie, se vuole far scegliere il candidato sindaco agli organi dirigenti e non ai cittadini, non è più il mio partito». Il telefono dell´assessore sceriffo Graziano Cioni squilla in continuazione. Lui è nervoso, è arrivato presto nel suo ufficio al terzo piano di Palazzo Vecchio. Alle 12 è alla trentesima telefonata. Batte i pugni sul tavolo. Non manda giù la proposta espressa dal deputato senese Franco Ceccuzzi e sostenuta dal segretario regionale Andrea Manciulli di selezionare, in caso di primarie di coalizione, il nome del Pd per correre alla poltrona più alta dei Comuni dove si vota nel 2009, Palazzo Vecchio compreso, attraverso una consultazione riservata ad iscritti di partito. «Non è la strada giusta, sarebbe una vergogna, perderemmo le elezioni», sbotta. E´ il giorno più tormentato del Pd. Mercoledì scorso, nella riunione della commissione statuto, il "blitz" di Ceccuzzi: in caso di primarie di coalizione, ha proposto il braccio destro di Manciulli, scegliamo il candidato Pd attraverso una consultazione «interna». Per non portare due volte a votare gli elettori Pd, la sua tesi. Ne è nato un putiferio. Tra gli iscritti e nel gruppo dirigente fiorentino. Sconvolti i sostenitori dell´assessore Daniela Lastri, che nella proposta Ceccuzzi hanno visto il tentativo di tagliarla fuori dalla corsa per il sindaco. «Le primarie sono lo strumento più innovativo e dinamico che il Partito Democratico ha introdotto - protesta Cioni - nessuno si può permettere di snaturarle. Non possiamo fare primarie che non siano primarie e scegliere il candidato sindaco attraverso consultazioni interne. Se lo facciamo, stavolta perdiamo le elezioni». Un allarme. Ma anche un monito: «Se il Pd sceglie la strada della consultazione ristretta non è più il mio partito», avverte l´assessore lasciando addirittura balenare la possibilità estrema di lasciare il partito.Poi prende il telefono per ringraziare il segretario Pd di Firenze Giacomo Billi, che alla riunione di mercoledì, dove Ceccuzzi ha lanciato la proposta, si era già messo di traverso rivendicando l´autonomia dei territori e la possibilità di scegliere caso per caso il metodo per individuare le candidature. «La realtà fiorentina è diversa da molte altre della Toscana. E se è vero che lo spirito nazionale del Pd è stato in questi mesi quello di valorizzare i territori e le loro peculiarità, è giusto che Firenze abbia una sua autonomia: per questo la rivendicherò», dice il segretario fiorentino Billi. «Da primarie aperte non possiamo prescindere - aggiunge - e a Firenze il candidato sindaco lo sceglieremo così, senza infingimenti o primarie chiuse». «Non possiamo prendere in giro gli elettori, niente trucchi: abbiamo alle spalle la vergogna delle cosiddette primariette per scegliere i candidati al Parlamento, fu una scelta assurda e sbagliata, se ci penso ancora mi viene la nausea», ricorda anche Cioni.Ma dopo Ceccuzzi due giorni fa, ieri a confermare l´ipotesi è stato lo stesso Manciulli. Come uscire quindi dall´impasse? «Si permetta a Firenze di prendere una sua strada autonoma: le primarie o sono aperte o non sono e non è detto che dappertutto si tengano primarie di coalizione», ha detto ieri Cioni incontrando Manciulli. E anche secondo il segretario fiorentino Billi è questo il modo di uscire dal guado: «A Firenze il Pd ha totalizzato da solo alle ultime elezioni il 50 per cento dei voti. Per questo credo che come partito abbiamo il dovere e la responsabilità di esprimere il candidato sindaco. Credo si possa ipotizzare già dal prossimo settembre un confronto programmatico con gli alleati con cui in questi anni abbiamo ben governato la città. Poi le nostre primarie, ovviamente aperte». Come dire: non è detto che a Firenze si tengano primarie di coalizione. Per quanto a chiederle ufficialmente siano già almeno Sinistra Democratica e Socialisti. Più incerte per ora le posizioni di Verdi e Comunisti Italiani.
La decisione entro il 10 ottobre
Per quella data si deciderà come selezionare i candidati La decisione entro il 10 ottobre
Due le date possibili per le primarie: 25 gennaio o primo febbraio
La linea veltroniana della corsa solitaria, qui in Toscana, si scontra con la necessità di raccogliere più del 50 per cento dei voti. In un panorama nazionale sconsolante, il Pd toscano è deciso a non indietreggiare e per costruire le coalizioni, pensa il segretario toscano Manciulli, servono primarie di coalizione. Dati i rapporti di forza, rischiano di essere primarie prevedibili: facile scommettere sul candidato Pd, piuttosto che su quello Ps o di Di Pietro. C´è però un passaggio: in che modo il Pd sceglie i propri candidati per le primarie di coalizione?Manciulli e il gruppo dirigente toscano ritiene impraticabile la strada di due primarie aperte a tutti gli elettori una dietro l´altra: uno stress che mette a dura prova la partecipazione. Se si fanno le primarie di coalizione meglio non fare quelle di partito. In fondo, secondo lo statuto nazionale di candidati alle primarie di coalizione ne possono essere inviati due. Non solo uno, come dice il regolamento (Manciulli considera cogente lo statuto). E mercoledì, nella commissione statuto regionale piomba la proposta di sostituire le primarie di partito con una consultazione interna: i candidati Pd vengono scelti dagli uomini del Pd. E solo nelle successive primarie di coalizione arrivano gli elettori. E´ qui che scoppia la tempesta. Innovazione di percorso o trucco della casta per autoriprodursi? Il Pd fiorentino teme un ritorno al passato, quando a decidere erano i caminetti fra dirigenti: prima si sceglie il candidato, poi si chiamano gli elettori a ratificare. Lo temono gli ex Margherita come il segretario Billi, che negli organi dirigenti sono minoranza rispetto agli ex Ds, lo temono i supporter dell´assessore Lastri, che avvertono freddezza nei gruppi dirigenti, lo teme l´assessore Cioni, che ha la sua forza «fuori». Delle primarie di partito aperte a tutti gli elettori questa volta non si può fare a meno. A costo dello scontro.Manciulli interviene in prima persona a spiegare. A chiarire che a Firenze si faranno probabilmente primarie di partito, visti i tempi stretti (da qui al 10 ottobre) per rinsaldare e rifondare l´alleanza. Le primarie sono fissate per il 25 gennaio. Al massimo il primo febbraio. Lo scontro si stempera, anche se non si dissolve. Ma restano i rebus: se il Pd sceglierà il candidato con primarie aperte a tutti, come si procederà poi? O il Pd correrà da solo o i futuribili alleati ratificheranno la scelta del candidato. A meno di passare per altre primarie aperte di coalizione.(m.v.)
Sabato 9 Agosto
Il Pd nazionale con Manciulli
"Gli alleati si troverebbero davanti a un fatto compiuto"
Andrea Orlando: "Gli elettori non possono votare due volte in poco tempo" MASSIMO VANNI
(segue dalla prima di cronaca)«Il Pd ha un ruolo essenziale nell´indicare obiettivi e strategie, ma cercare consensi e alleanze coerenti è indispensabile anche in una prospettiva nazionale. Così facciamo in Regione. Così tutti i partiti dovrebbero fare nei territori, anche perché in molti Comuni vaste alleanze sono indispensabili per battere la destra, e questo è un dato che va tenuto conto», sostiene il presidente toscano Martini rilanciando invece le primarie di coalizione. «Le primarie sono davvero aperte quando puntano a costruire ampie intese sui programmi e a coinvolgere tutta la società civile. Puntare su primarie di coalizione non è dunque questione regolamentare, ma una scelta tutta politica, da assumere in tutta la Toscana - continua Martini- solo dopo aver accertato che non è possibile conseguire questo obiettivo si può ricorrere alla scelta subordinata delle primarie di partito, da organizzare anch´esse in modo aperto, coinvolgendo l´intera cittadinanza. E l´idea di due primarie in sequenza mi sembra impraticabile».Impraticabile organizzativamente e politicamente: «Non solo perché la stessa base elettorale sarebbe chiamata a pronunciarsi due volte nell´arco di poco tempo, ma anche soprattutto perché gli eventuali alleati si troverebbero di fronte ad un sostanziale fatto compiuto», spiega il Pd nazionale per voce del responsabile organizzazione Orlando. Di fronte alla necessità di costruire una coalizione cioè, le primarie di partito sarebbero percepite dagli alleati come l´imposizione di un nome già scelto.«Non confondiamo i mezzi con i fini, l´obiettivo è vincere con buone coalizioni e non possiamo fare due primarie a distanza di una settimana. Il percorso indicato dal segretario toscano serve per tutte le realtà», dice anche il parlamentare ex Margherita Antonello Giacomelli. Lo stesso Manciulli insiste: «Di partito o di coalizione, le primarie ci saranno comunque e saranno aperte a tutti gli elettori». Ma il Pd fiorentino non demorde. Mentre nei circoli di base circolano bozze di documenti pro-primarie di partito, a nome dell´ala sinistra del partito Alessio Biagioli scrive: «Il Pd è nato sulle primarie e sulle primarie rischia di affondare se queste non sono lo strumento di coinvolgimento degli iscritti e degli elettori». E aggiunge: «La proposta del segretario regionale è contraria allo statuto regionale e nazionale, che attribuisce diritto di scelta dei candidati agli elettori».Dal fronte degli alleati, Sinistra Democratica avverte di ritenere «indispensabili» le primarie di coalizione aperte a tutti. «Ma anche se i tempi non possono essere dilatati all´infinito, non ci pare né utile né giusto fissare sulla base di atti e scelte interne del Pd scadenze come quella del 10 ottobre», dicono Giuseppe Brogi e Daniele Baruzzi. Primarie di coalizione le chiede anche il Ps con Alessandro Falciani. I Comunisti italiani non sono contrari. Mentre i Verdi le chiederanno solo «se il candidato non ci piace», dice Gianni Varrasi.
Domenica 10 Agosto
Lettera aperta del coordinatore del Forum sulla partecipazione
"Non vogliamo ritornare a un partito di apparato"
Primarie Pd, primi malumori della base
"Quello che leggiamo in questi giorni ci fa temere di tornare indietro di anni"
«Quello che leggiamo in questi giorni ci fa temere di essere riportati indietro di anni, ad un partito d´apparato, dove le decisioni vengono prese da pochi e imposte dall´alto». E´ la lettera aperta al Pd promossa dal coordinatore del Forum sulla partecipazione Giulio Caselli e firmata per ora da una trentina di persone tra coordinatori di circolo, dirigenti cittadini e semplici fondatori. Un documento di una pagina nato dal basso per dire di no alle «ingerenze» e chiedere che il Pd fiorentino scelga il suo candidato sindaco per la disfida elettorale del 2009 attraverso primarie di partito.Il Pd toscano ribadisce che le primarie di partito, secondo lo statuto nazionale, si faranno se entro il prossimo 10 ottobre non ci sarà un accordo politico di coalizione. Se cioè non ci saranno primarie di coalizione, che il presidente della Regione Claudio Martini giudica sempre preferibili dal momento che, per vincere nei vari Comuni, il Pd ha bisogno di alleanze. Non può correre da solo. Ma come si decidono i candidati da inviare alle primarie di coalizione? Secondo lo statuto nazionale si possono presentare coloro che ottengono almeno il 35 per cento dei voti nell´assemblea comunali (cioè al massimo due candidati). Ma alla selezione degli organi di partito la lettera della base oppone e rilancia la selezione dei candidati ricorrendo comunque a primarie del Pd. «Ciò che ha spinto molti di noi ad impegnarci nuovamente o per la prima volta è stata la sfida di costruire un partito nuovo, libero da vecchie logiche e vincoli, dove le decisioni importanti sono davvero prese dalla base e dagli iscritti», si legge nella lettera aperta. E ancora: «Non possiamo condividere l´idea di un candidato che sia in qualche modo imposto, sia che il nome venga indicato da Roma sia che provenga da qualsiasi altra parte, per quanto i nomi proposti ed apparsi siano di assoluto prestigio», c´è scritto nel documento promosso da Caselli e firmato dai coordinatori di circolo Claudio Fantoni (Peretola), Maurizio Sguanci (San Jacopino), Jacopo Ghelli (Varlungo), Rossella Cecchini (Andrea Del Sarto), Enzo Torelli (Coverciano), Demitri Gudas (circolo "Boncinelli"). Ma anche dalla presidente dell´Sms di Rifredi Giovanna Malgeri, dal dirigente cittadino Dario Nistri, dall´ex presidente di Quartiere Walter Rossetti, dalla coordinatrice del Quartiere 4 Barbara Cavandoli, dall´ex segretaria Ds del centro storico Oriella Pieracci.«Se a Firenze prenderanno la decisione di fare primarie di partito è chiaro che si tratterà di una scelta politica», tiene a dire il Pd toscano. Correndo magari il rischio di rendere poi più difficile la costruzione dell´alleanza elettorale. Ma il documento che arriva dalla base non lascia dubbi: «Chiediamo un segnale che ci confermi e conforti sul cammino finora intrapreso dal Pd», dicono i firmatari. E «a differenza di quello che qualcuno crede, i nostri cittadini e i nostri futuri iscritti hanno la maturità di fare scelte importanti e responsabili senza tutori e senza soluzioni preconfezionate», aggiungono dichiarandosi in linea con le posizioni assunte in questi giorni dal segretario cittadino Giacomo Billi e da quello metropolitano Andrea Barducci.
Neppure l´assessore Graziano Cioni demorde: prima di partire per la Val Gardena ha inviato una raffica di «sms» per annunciare «una grande assemblea prima del 15 settembre» dell´associazione Firenze democratica con l´obiettivo di «far conoscere cosa pensiamo per il futuro di Firenze». Cosa pensa Cioni già è noto: primarie di Pd.