giovedì 28 agosto 2008

COMMENTI

Caro Roberto,
dimenticare il presente o il vicinissimo sarebbe stupido, per non dire folle. Sono d'accordo, anche su gran parte dei contenuti indicati - inserendoci i problemi - secondo me seri - del Porto! Ma se non si ha una idea, pur non definita nei dettagli, su dove vogliamo andare come Comunità significa rendere 'improduttiva' ogni proposta. Per rimanere ai tuoi esempi: il nostro sistema produttivo nel suo insieme non solo stenta a ridecollare ma vive strutturalmente alla giornata (così almeno pare), e non da oggi. Non vediamo emergere un minimo di progetto ed obiettivo minimo tendente a rideterminare un rinnovamento della classe dirigente dell'area (non mi riferisco solo all'età!) nelle istituzioni, nell'apparato amministrativo, nelle categorie imprenditoriali, nei partiti, nelle associazioni di ogni tipo. C'è chi confonde ancora rinnovamento con modificazione (fuori lui e c'entro io!)! Può anche manifestarsi così, ma non necessariamente. È urgente ripensare tutti metodi, comportamenti (verso l'interno e verso l'esterno dell'area)contenuti e tendenze. Possiamo farlo solo tutti insieme (compresi gli apparati di partiti, movimenti ed associazioni e, fermo restando che ciascuno deve rimanere autonomo nelle scelte e nei modi d'intervento) perché abbiamo il diritto/dovere di cercare di andare insieme nella stessa direzione a sostegno dell'area e della gente che vi insiste.
Ettore

Cara Daniela,

concordo. Non abbiamo il problema di scegliere Franco o Giuseppe, Laura o Elena; ma la necessità e l’urgenza di definire il percorso di costruzione del PD ai vari livelli (che non può essere quello concordato in questo o quel clan, di vecchia o nuova discendenza) o soprattutto individuare gli obiettivi generali, regionali e locali attraverso un processo credibile di formazione delle decisioni. Un percorso che riguardi prima di tutto il ‘cosa’ e poi il ‘chi’ è in grado di rappresentarla ai vari livelli. La memoria del passato e la capacità e possibilità di leggere il presente sono essenziali, perciò le primarie sono uno strumento di sintesi di quanto percepito nel breve periodo in una data realtà ‘territoriale’ non la proposta delle scelte di questo o quel gruppo interno od esterno al partito, di recente o antica composizione. A Livorno istituzioni e partito tendono ad essere un tutt’uno con la conseguente ricaduta negativa. C’è chi cerca lo scontro sulle persone per nascondere, probabilmente, la debolezza della propria proposta e posizione (quando ce n’è una!) o riscopre l’antica abitudine della propria fazione a confondere l’organizzazione del consenso alle proprie posizioni ed idee come il solo momento ‘democratico’ possibile (salvo farne a meno perché ‘i tempi sono stretti e non lo consentono’). Non per caso avverto, come molti e non da oggi, la mancanza di un “progetto Livorno” condiviso, che guardi ai prossimi 15-20 anni. Possiamo permetterci il lusso di continuare a farne a meno?
Ettore


Caro Ettore,
un progetto che guardi a 15-20 anni s... Caro Ettore, un progetto che guardi a 15-20 anni sarebbe molto importante, ma mi accontenterei anche di un progetto, assai meno ambizioso, che guardasse ai problemi che abbiamo di fronte oggi. Che guardi a una crisi come quella della Delphi, alle prospettive delle riparazioni navali, ai timori sulla sorte della raffineria, alla situazione critica dell'Asa, a una Tia che, fatte anche le correzioni necessarie, incide parecchio sui bilanci delle famiglie. E via dicendo, compresa la questione delle statue, che comunque verrà ricordata per la confusione con cui è stata trattata. Se non si hanno certezze sull'immediato, fare piani a 15, 20 anni ha più il sapore della fuga che altro.
Roberto
PrecarioinRAI ha detto...
Concordo anch'io. Livorno ha bisogno di progettualità e soprattutto di un confronto costruttivo sulle scelte future, che vada oltre la gestione del presente e la riparazione dei danni provocati da errori passati. Lo spirito delle primarie, per come lo intendo io, deve andare oltre i personalismi. Non intendo aggiungere altro al commento di ettore, ha già detto tutto lui, con molta chiarezza e apprezzabile capacità di sintesi.
29 agosto 2008 12.08

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Ettore, un progetto che guardi a 15-20 anni sarebbe molto importante, ma mi accontenterei anche di un progetto, assai meno ambizioso, che guardasse ai problemi che abbiamo di fronte oggi. Che guardi a una crisi come quella della Delphi, alle prospettive delle riparazioni navali, ai timori sulla sorte della raffineria, alla situazione critica dell'Asa, a una Tia che, fatte anche le correzioni necessarie, incide parecchio sui bilanci delle famiglie. E via dicendo, compresa la questione delle statue, che comunque verrà ricordata per la confusione con cui è stata trattata.
Se non si hanno certezze sull'immediato, fare piani a 15, 20 anni ha più il sapore della fuga che altro.
Roberto

Ettore ha detto...

Caro Roberto
dimenticare il presente o il vicinissimo sarebbe stupido, per non dire folle. Sono d'accordo, anche su gran parte dei contenuti indicati - inserendoci i problemi - secondo me seri - del Porto! Ma se non si ha una idea, pur non definita nei dettagli, su dove vogliamo andare come Comunità significa rendere 'improduttiva' ogni proposta. Per rimanere ai tuoi esempi: il nostro sistema produttivo nel suo insieme non solo stenta a ridecollare ma vive strutturalmente alla giornata (così almeno pare), e non da oggi. Non vediamo emergere un minimo di progetto ed obiettivo minimo tendente a rideterminare un rinnovamento della classe dirigente dell'area (non mi riferisco solo all'età!) nelle istituzioni, nell'apparato amministrativo, nelle categorie imprenditoriali, nei partiti, nelle associazioni di ogni tipo. C'è chi confonde ancora rinnovamento con modificazione (fuori lui e c'entro io!)! Può anche manifestarsi così, ma non necessariamente. È urgente ripensare tutti metodi, comportamenti (verso l'interno e verso l'esterno dell'area)contenuti e tendenze. Possiamo farlo solo tutti insieme (compresi gli apparati di partiti, movimenti ed associazioni e, fermo restando che ciascuno deve rimanere autonomo nelle scelte e nei modi d'intervento) perché abbiamo il diritto/dovere di cercare di andare insieme nella stessa direzione a sostegno dell'area e della gente che vi insiste.
Ettore

Anonimo ha detto...

Eh si Ettore, hai ragione anche tu. Forse l'ideale sarebbe riuscire a governare l'oggi e allo stesso tempo progettare il futuro. In questo momento, mi sembra, si annaspa, non riescono a gestire le cose ordinarie della giornata, e di progetti reali e realistici per futuro se ne vedono pochini. Non passa giorno che non venga fuori qualcosa di grave. L'ultima in ordine di tempo sono le analisi sbagliate e rettificate, a quanto si legge, dopo mesi e mesi. E si pensa di cavarsela parlando di un tassellino fuori posto. Ma stiamo scherzando?
Roberto