Riporto sul tema delle primarie un mio intervento pubblicato su "Il Corriere" a fine febbraio, ma a mio avviso sempre attuale
Alcuni articoli apparsi in questi giorni su “Il Tirreno” mi spingono a scrivere qualcosa sul tema della politica “buona e nuova”, che i cittadini reclamano e che il nuovo Partito Democratico dice di volersi prefiggere. Nella lettera di Marconcini, “Non sono ‘casta’ e mi dimetto”, il sindaco di Pontedera, per fugare ogni dubbio sulla sua moralità, dichiara di essersi dimesso da tutti gli enti (Ato, ecc.) cui ha fatto parte. La sua scelta appare lodevole, tanto più perché in Italia non è, purtroppo, la regola ma l’eccezione, ed evidenzia il rilievo, spesso trascurato, della dimensione etica in politica. Un aspetto di questo tema è proprio l’occupazione da parte dei politici di quasi tutta la vita sociale. Per cui oggi è frequente che primari, direttori generali, consiglieri di amministrazione di banche ed enti, ecc., vengano scelti sulla base delle appartenenze – amicizie politiche. Mesi fa anche a Livorno un segretario di partito della maggioranza ammise che questa è la prassi dominante, ma poi a questa assunzione di responsabilità non seguì nulla. È ormai riconosciuto da tutti, e non solo da Grillo e sondaggi, che i cittadini, anche e forse soprattutto quelli vicini al PD, sono sempre più sfiduciati e distanti dalla politica, in buona parte proprio perché stufi di questa occupazione di spazi, ed è perciò urgente che i politici, anche a livello locale, facciano scelte di rottura con il passato, come anche assicurato dallo stesso Veltroni.Una buona e nuova politica deve inoltre coniugare etica e partecipazione. E qui entra in scena il tema delle primarie, e fa piacere leggere sul giornale che Chiti abbia dichiarato la necessità di realizzare le primarie, “sempre e doppie”, e cioè non solo per la scelta di sindaco, presidente di provincia, ecc., ma anche per la selezione delle candidature. E Veltroni ha aggiunto la sua volontà che i candidati siano lavoratori, imprenditori, artigiani, ecc. Vorrei pertanto rivolgere due inviti agli eletti nei Circoli del PD, specie ai non professionisti della politica. Il primo, a far sentire la voce dei cittadini perché il partito appena nato adotti subito regole precise per il ridimensionamento degli spazi occupati dalla politica. Questo significa ritirare il più possibile i propri uomini dagli enti, ridurre numero di enti, consiglieri, indennità e gettoni di presenza, individuare sistemi nuovi affinché le nomine nei consigli di amministrazione avvengano non per spartizione politica ma su base professionale, dopo un ascolto dei cittadini e delle associazioni, affidandole a commissioni di esperti o, nei casi in cui ciò sia impossibile, utilizzando meccanismi trasparenti adatti a scegliere manager competenti (bandi pubblici, ecc.).Ed il secondo è l’invito a vigilare affinchè le primarie, non solo per le elezioni politiche, ma a Livorno in particolare per le prossime amministrative, e più in generale la scelta delle candidature (consigliere comunale, ecc.), siano fatte seriamente, e cioè abbandonando ogni logica di apparato e con un’attenta scelta delle candidature e delle procedure, in modo da dare uno spazio forte alla comunità civile ed alle sue forze più pulite e valide. Ciò significa privilegiare persone non solo, ovviamente, senza precedenti penali di alcun tipo, ma anche politicamente nuove, o almeno senza passati incarichi politici di rilievo, che siano sentite dai cittadini come realmente vicine ai problemi delle persone e delle famiglie, e che siano scelte sulla base della loro storia personale, professionale e sociale (stile di vita, credibilità, legalità, coerenza etica).In questo momento e contesto, sarebbe bene che il contributo a questo necessario rinnovamento da parte di chi ha un’esperienza politica forte sia proprio quello di spostarsi sullo sfondo e di promuovere l’ingresso di nuovi soggetti.Se si continuano, infatti, ad usare tante belle parole, ma i comportamenti concreti rimangono quelli di prima, allora, anche a Livorno, la sfiducia dei cittadini aumenterà e si farà, più prima che poi, e in un modo o in un altro, sentire. Se invece le scelte concrete vedranno un serio cambiamento nelle direzioni sopra dette, allora si può ancora sperare che tanti cittadini, finora delusi, possano continuare, o ritornare, a credere in una politica realmente al servizio della comunità, e non di altri interessi. E siamo convinti, in tanti, che, questo può diventare realtà, soprattutto partendo da un’unità forte prima di tutto tra coloro che credono sinceramente (e quindi vivono personalmente) in quei valori “etici” che possono e devono essere alla base di una politica “nuova e buona”.
Salvatore Nasca
Livorno
1 commento:
Riflessione seria e largamente condivisibile. Il problema vero è: quanti nel PD sono disposti a battersi fino in fondo affinchè questi concetti prevalgano ?
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