Corriere della Sera
2008-06-20
Gregorio Gitti
Il Pd con le Europee del 2009 rischia di toccare il fondo. E il pericolo che muoia è sempre più concreto».Alla vigilia dell'assemblea, Gregorio Gitti, tra i fondatori del Pd, lancia un grido di allarme.Perché «la fase costituente sta durando troppo», perché «c'è un problema di identità politica e di legittimità statutaria».Ma soprattutto perché «in assenza di una classe dirigente il progetto illanguidisce.L'elemento più grave dell'ultima campagna elettorale è stato l'uso della cooptazione.Che crea un difetto di rappresentatività dei partiti». Gitti non è ancora iscritto al partito: «Deciderò se farlo solo quando ci sarà il regolamento, che invochiamo da mesi. E intanto i militanti sono già in fuga». L'elenco di proposte da fare è lungo ma, sostiene Gitti, «se avessi un potere di stabilire l'agenda del Pd ne farei una sola: il collegio uninominale, meccanismo virtuoso che porterebbe a rinnovare la classe dirigente, uscendo dalla cooptazione». Sulle Fondazioni Gitti sostiene che si tratta di «contributi positivi per il partito». Quanto a Romano Prodi, dimissionario, e ai tentativi di farlo desistere, spiega: «È un dibattito che non mi appassiona. Si tratta della scelta personale di un uomo generoso e competente. Chiedergli di restare sarebbe come coprirsi con una foglia di fico, un'icona mediatica. Il Pd deve aprire con coraggio una stagione di rinnovamento».
Gregorio Gitti
Il Pd con le Europee del 2009 rischia di toccare il fondo. E il pericolo che muoia è sempre più concreto».Alla vigilia dell'assemblea, Gregorio Gitti, tra i fondatori del Pd, lancia un grido di allarme.Perché «la fase costituente sta durando troppo», perché «c'è un problema di identità politica e di legittimità statutaria».Ma soprattutto perché «in assenza di una classe dirigente il progetto illanguidisce.L'elemento più grave dell'ultima campagna elettorale è stato l'uso della cooptazione.Che crea un difetto di rappresentatività dei partiti». Gitti non è ancora iscritto al partito: «Deciderò se farlo solo quando ci sarà il regolamento, che invochiamo da mesi. E intanto i militanti sono già in fuga». L'elenco di proposte da fare è lungo ma, sostiene Gitti, «se avessi un potere di stabilire l'agenda del Pd ne farei una sola: il collegio uninominale, meccanismo virtuoso che porterebbe a rinnovare la classe dirigente, uscendo dalla cooptazione». Sulle Fondazioni Gitti sostiene che si tratta di «contributi positivi per il partito». Quanto a Romano Prodi, dimissionario, e ai tentativi di farlo desistere, spiega: «È un dibattito che non mi appassiona. Si tratta della scelta personale di un uomo generoso e competente. Chiedergli di restare sarebbe come coprirsi con una foglia di fico, un'icona mediatica. Il Pd deve aprire con coraggio una stagione di rinnovamento».
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