giovedì 8 maggio 2008

APOTI

Noi potremmo chiamarci la Congregazione degli Apoti, di "coloro che non le bevono", tanto non solo l'abitudine ma la generale volontà di berle è evidente e manifesta ovunque. (Giuseppe Prezzolini)

Mi è stato detto qualche giorno fa: "Via, Daniela, anche te le bevi tutte! " Bene, ho riflettuto molto, ho cercato di capire se poteva essere vera questa affermazione, anche se detta con un pò di sfottò.
Stiamo vivendo una situazione politica e sociale davvero complessa; i messaggi che riceviamo sono spesso così semplici e semplificati, ma anche mistificanti e mistificatori per il lessico e il linguaggio solo apparentemente innovativo e nuovo, spesso usato strumentalmente, in modo evocativo di sentimenti, emozioni, ricordi e, ancora più spesso, con un uso disinvoltamente improprio.
Per chiarire ciò che voglio dire, faccio un esempio della nostra storia recente: il 14 ottobre 2007 abbiamo chiamato primarie quella che è stata l'elezione del Segretario del PD; è stato un grande, importante momento di partecipazione per l' elezione definitiva del Segretario del PD. La novità di per sè c'era: eleggere il segretario di un grande partito, facendo votare i cittadini e le cittadine comuni e non solo gli iscritti; una vera grande novità. Allora perchè le abbiamo chiamate Primarie ? Perchè questa mistificazione in cui tutti siamo caduti?
Si è trattato di ingenuità o ignoranza?Astuzia od opportunismo? Diciamo che, nel timore che il successo del 2005 non si ripetesse, è stato deciso di sfruttare il termine che più corrispondeva alla spinta e al bisogno di innovazione e di novità nella politica italiana.
E tutti ci siamo adeguati, tanto è ormai d’uso comune utilizzare i termini, le parole al di là del loro vero significato, pur di sfruttare la reazione emozionale che possono suscitare.
Eppure, la continua mistificazione è proprio uno dei peggiori difetti della politica vecchio stile, uno di quei comportamenti che più danno decisamente fastidio agli elettori ed elettrici.
Questo fin troppo frequente voler far passare tutto per quello che non è, facendo uso di meccanismi che travisano la realtà, la confondono con le “altre realtà”, create ad arte, fino a rendere impossibile capire qual’è quella vera. Una mistificazione adottata sempre più spesso negli ultimi anni, con l’arroganza e la tracotanza di chi sa che, dopotutto, non è attaccabile. Beh, tutto questo ha decisamente stufato gli italiani.
Le Primarie - lo sanno tutti ormai - le vediamo svolgersi negli USA in questi giorni, sono una forma di elezione per determinare a chi, tra tutti coloro che aspirano a rappresentare una lista, sarà affidata la singola candidatura.
E allora? Perché un partito nuovo, nato con la dichiarata intenzione di voler essere un grande passo in avanti nella politica italiana, non dovrebbe credere in se stesso e nel suo messaggio e sentirsi costretto a far un uso solo improprio e mistificatorio del termine “primarie” , inventandosi addirittura le Primariette, raggiungendo davvero l'apice dell'ipocrisia !
Le PRIMARIE siano quello che sono: non ne sciupiamo la freschezza e la forza innovativa, facciamo in modo che siano uno strumento DEMOcratico, sotto forma di VERE PRIMARIE APERTE, così come i cittadini propongono, sempre e comunque, senza se e senza ma, senza rinvii e titubanze, ogni volta che c'è da eleggere qualcuno ad una carica .
E' un’opportunità che il PD non può e non deve perdere.
PRIMARIE “democratiche” senza rinvii inutili .
La Democrazia non ci può spaventare; non ascoltare ancora questa esigenza può rivelarsi un errore fatale, lo abbiamo toccato con mano nelle recenti elezioni amministrative a Roma e in Toscana.
Riprendo il termine “apoti” (a privativa, e verbo greco che significa bere), coniato da Giuseppe Prezzolini.
Appartenere alla “resistenza” ,oggi, implica cercare di non farsela dare a bere , non essere disposti a ingoiare tutto.
Significa il più delle volte navigare, dolcemente, contro corrente; non lasciarsi intruppare; non prendere sul serio chi, impettito e serioso, si impanca a dare lezione; rifiutare il consenso organizzato; non unirsi al coro degli yes men o women, significa spesso produrre una nota stonata, stridente .
Uomini e donne che si fidano più dei propri dubbi che delle facili certezze .
Essere “apoti” significa, in fondo, non aver paura della solitudine, gustare lo stare appartati rispetto al gregge, annusando non il vento che tira, ma l’aria inebriante della libertà.
Daniela Miele

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