Documento di lavoro scaturito dall’assemblea pubblica dell’A.P.D. del 4 Maggio
Le decisioni dei congressi dei Democratici di Sinistra e della Margherita di mettere a disposizione la propria storia politica e le proprie risorse umane per realizzare un partito nuovo, il Partito Democratico, è un fatto di grande significato politico e va dato atto ai due partiti della lungimiranza dimostrata.
Il processo politico che si apre non è certamente tra i più semplici, ma di una cosa siamo certi, come d’altronde gli stessi congressi hanno deciso: se il Partito Democratico vorrà raccogliere tutte le energie di cambiamento presenti nella società, dovrà nascere da un moto di partecipazione popolare e da elezioni primarie, per la cui convocazione si sta parlando del 14 di ottobre, in occasione dell’anniversario delle primarie per l’investitura di Prodi.
La migliore preparazione di questo appuntamento sarà la mobilitazione attiva dei cittadini elettori dell’Ulivo, per incontrarsi e discutere del partito democratico che vogliamo e raccogliere idee e proposte. Il Manifesto elaborato dai “saggi” indicati da Prodi è la base di partenza da sviluppare ed arricchire.
Le regole per l’elezione della Costituente del Partito Democratico devono facilitare tale processo.
L’Associazione Nazionale per il Partito Democratico è nata da oltre un anno per contribuire ad un processo politico di questa portata e per questa ragione l’abbiamo promossa nell’autunno scorso e la stiamo promuovendo in Toscana, a Livorno e nella provincia: molti cittadini elettori dell’Ulivo, iscritti e non iscritti ai partiti, hanno avuto e avranno occasione di incontrarsi e di confrontarsi appassionatamente per dare il proprio contributo in questa grande missione di rinnovamento dell’Italia che dovrà essere la costituzione del Partito Democratico.
Una preparazione, all’altezza del compito, delle elezioni primarie per la Costituente del Partito Democratico perciò dovrà essere caratterizzata da un ampio coinvolgimento dei cittadini elettori dell’Ulivo, partendo dalla costituzione di un “Comitato promotore del Partito democratico” in città, ampio ed aperto, nonché rappresentativo di tutti quei partiti, associazioni ed altri soggetti, anche costituitisi spontaneamente, che intendono dare un contributo al processo politico che si è aperto.
Nel metodo risiede la sostanza della cosa: mai è stato così vero questo concetto come nel caso della costituzione del Partito Democratico. Esso deve diventare l’esempio concreto di come si può e si deve riformare la politica e perciò stesso il governo del Paese.
Per questo compito è necessario mobilitare tutte le energie del rinnovamento presenti in Italia e questo può avvenire solo “ riconsegnando lo scettro al principe “ cioè chiamando direttamente i cittadini alle decisioni più importanti nella vita di un partito:
l’approvazione del suo Manifesto politico-programmatico, l’elezione del suo leader, la scelta dei candidati da presentare in qualsiasi tipo di elezioni, la decisione circa le scelte programmatiche più controverse e fondamentali.
D’altronde è il cittadino elettore il vero socio del partito a cui dà il voto, in quanto con il voto decide anche di finanziare il partito, per la legge italiana sul finanziamento della politica.
Il Partito Democratico dovrà prefigurare perciò con il suo statuto tipologie di attivismo politico, di adesione e di partecipazione diversificate; nel senso che non dovrà essere necessaria una partecipazione quotidiana alla vita del partito, per poter partecipare alle decisioni più importanti: un partito di popolo e non di elites, più inclusivo e meno esclusivo.
In una stagione di corporativismi dominanti, di frantumazione e di parcellizzazione sociale che si esprime anche nella rappresentanza politica, espressione della crisi della società italiana e della sua democrazia, il Partito Democratico deve porsi come interlocutore della Nazione intera, deve essere un partito in grado di parlare al Paese intero, di farsi interprete dei suoi disagi, delle sue paure, delle sue speranze e proporsi al governo del Paese. A questo fine il Partito Democratico è la casa che accoglie le culture democratiche e riformiste che hanno fatto la storia del Paese con l’impegno alla costruzione di una nuova cultura politica all’altezza dei compiti del governo della società nazionale nell’epoca della globalizzazione.
I problemi su cui misurarsi saranno quelli di un economia che dia dignità al lavoro, una società più mobile e che dia più opportunità, libera dalle corporazioni e dai privilegi, una società che si basi sulla meritocrazia, valorizzando le competenze e allo stesso tempo pratichi la solidarietà con i più deboli, uno stato al servizio del cittadino e non una sua trappola, che costi meno e sia più efficiente e che investa nelle risorse umane attraverso la scuola, la formazione e la ricerca, uno stato e una società che si ponga in modo radicale l’equilibrio ambientale visto come un vero investimento sul futuro, una politica di governo che affronti le sfide della globalizzazione lavorando innanzitutto a fare dell’Europa un soggetto politico unitario.
venerdì 18 maggio 2007
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