da Panorama del 25 maggio 2007
di Adriano Sofri
Torniamo ai cosiddetti costi della politica e all'esempio più succulento: le auto blu. Se è vero che le auto di servizio (non importa che colore abbiano) sono oltre mezzo milione, ne deriva una sequenza emozionante di pensieri. Intanto, che dev'esserci parecchio più di mezzo milione di autisti, dunque l'equivalente sindacale di una importante categoria operaia.
Poi che il costo complessivo ammonta a mezza Finanziaria, molto più di un tesoretto. Poi: visto che le auto blu, si dice, sono 65 mila in Francia e 54 mila in Germania, per adeguarci dovremmo abolirne quasi i nove decimi. Ne guadagnerebbe anche il traffico, e l'inquinamento, perché oltre a tutto sono di grossa cilindrata. Ma immaginiamo di ridurle solo della metà: portarle a 250 mila, più o meno: resterebbero il quintuplo che in Germania, e la Germania è assai popolata.
Ora immaginiamo di chiedere a un campione vasto di politici, parlamentari, amministratori e dirigenti pubblici: «Credete possibile dimezzare il parco delle auto blu?». Poi chiediamo loro: «Ritenete più difficile dimezzare le auto blu o contrastare efficacemente il cambiamento climatico?». Infine immaginiamo anche che rispondano sinceramente (occorre uno sforzo, lo so). Bene: scommetto qualunque cifra che la grandissima maggioranza dichiarerà più probabile riuscire ad arginare il mutamento climatico planetario che non a dimezzare le auto blu. Questa constatazione sarà una buona premessa alla riflessione su fini e limiti della politica. Comprereste una macchina (blu) usata da un'azienda pubblica che ne possiede 500 mila?
Però bisogna accettare anche un'altra riflessione, un po' più complicata. Non è solo l'attaccamento oltranzista ai privilegi di corpo e personali a rendere così impervia la via di una ripulitura della vita pubblica. È anche il nostro modo di essere, lo stesso che ci rende difficile, di fronte alla siccità mondiale, stare davvero attenti a non lasciar correre il rubinetto di casa nostra.
E poi le imprese grandiose sono più alla nostra portata che la rinuncia alle abitudini medio-piccole, e le decisioni assolute (con il corredo di fanatismo che comportano) più delle misurate. Digiunare solennemente può essere più facile che mettersi a dieta e chi conosce il digiuno sa che è in agguato al primo angolo l'abbuffata.
Così ci convinceremo sempre di più della necessità di abolire del tutto le auto blu. Quanto a dimezzarle, non se ne parla nemmeno. Più facile applicare il protocollo di Kyoto.
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domenica 27 maggio 2007
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