domenica 27 maggio 2007

Privilegi insopportabili

da Panorama del 25 maggio 2007
di Adriano Sofri

Torniamo ai cosiddetti costi della politica e al­l'esempio più succulento: le auto blu. Se è vero che le auto di servizio (non importa che colore abbiano) sono oltre mezzo milione, ne deriva una se­quenza emozionante di pen­sieri. Intanto, che dev'es­serci parecchio più di mezzo milione di autisti, dunque l'equivalente sinda­cale di una importante catego­ria operaia.
Poi che il costo complessivo ammonta a mezza Finanziaria, molto più di un tesoretto. Poi: visto che le auto blu, si dice, so­no 65 mila in Francia e 54 mi­la in Germania, per adeguarci dovremmo abolirne quasi i no­ve decimi. Ne guadagnerebbe anche il traffico, e l'inquina­mento, perché oltre a tutto so­no di grossa cilindrata. Ma im­maginiamo di ridurle solo del­la metà: portarle a 250 mila, più o meno: resterebbero il quintu­plo che in Germania, e la Ger­mania è assai popolata.
Ora immaginiamo di chiede­re a un campione vasto di poli­tici, parlamentari, amministra­tori e dirigenti pubblici: «Credete possibile dimezzare il parco delle auto blu?». Poi chiediamo loro: «Ritenete più difficile dimezzare le auto blu o contrastare efficacemente il cambiamento climatico?». Infine immaginiamo anche che rispon­dano sinceramente (occorre uno sforzo, lo so). Bene: scommetto qualunque cifra che la grandissima mag­gioranza dichiarerà più probabile riuscire ad argina­re il mutamento climatico planetario che non a di­mezzare le auto blu. Questa constatazione sarà una buona premessa alla riflessione su fini e limiti della politica. Comprereste una macchina (blu) usata da un'azienda pubblica che ne possiede 500 mila?
Però bisogna accettare anche un'altra riflessione, un po' più complicata. Non è solo l'attaccamento oltranzista ai pri­vilegi di corpo e persona­li a rendere così impervia la via di una ripulitura del­la vita pubblica. È anche il no­stro modo di essere, lo stesso che ci rende difficile, di fronte alla siccità mondiale, stare davvero attenti a non lasciar correre il rubinetto di casa nostra.
E poi le imprese grandiose so­no più alla nostra portata che la rinuncia alle abitudini medio-piccole, e le decisioni assolute (con il corredo di fanatismo che comportano) più delle misura­te. Digiunare solennemente può essere più facile che mettersi a dieta e chi conosce il digiuno sa che è in agguato al primo angolo l'abbuffata.
Così ci convinceremo sempre di più della necessi­tà di abolire del tutto le auto blu. Quanto a dimez­zarle, non se ne parla nemmeno. Più facile applicare il protocollo di Kyoto.

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