martedì 26 giugno 2007

Per amore o per forza, tutti con Walter. D'annata,tiepidi,a denti stretti: la mappa toscana dei veltroniani

Il Tirreno
MARTEDÌ, 26 GIUGNO 2007

Una regione trasformista: prima col sindaco di Roma, poi con D’Alema, e ora di nuovo... Ma per qualcuno è anche una bella rivincita

MARIO LANCISI
FIRENZE. L’unica nota davvero fuori dal coro è quella della pratese Ambra Giorgi, presidente della commissione cultura del consiglio regionale: «Veltroni segretario del Pd? Sono per Anna Finocchiaro ma soprattutto stufa che si parli di candidature femminili solo quando si è già votato o quando si tratta di posti che non contano nulla». Ma Giorgi a parte, i diessini toscani applaudono alla candidatura di Walter Veltroni alla guida del Partito democratico, nonostante che la Toscana sia una roccaforte di Massimo D’Alema almeno da dieci anni. Anche se nel 1994, ai tempi della consultazione per la successione di Occhetto, tra Veltroni e D’Alema, la Toscana si schierò con il sindaco di Roma. Fino ad una settimana fa i veltroniani made in Tuscany erano però una razza in via di estinzione. Si contavano sulle dita di una mano: uno, due, tre... Oggi, invece, oplà. Sorride Marco Ruggeri, segretario dei Ds di Livorno, spuntano come funghi dopo le piogge di fine estate. Ma il popolo che si sta formando al seguito di Walter lider maximo del Pd si presenta assai variegato e diversamente motivato. Vediamo. I veltroniani doc. Sono i veltronani della prima ora. Mosche bianche nella Toscana - ora - dalemiana. Come il livornese Claudio Frontera. Quando lasciò la guida della Provincia di Livorno, Veltroni gli mandò un messaggio via tv e non gli ha fatto mancare neppure la prefazione al libro, In poche parole. «Cosa mi aspetto da Walter? Una bella politica. Lui è l’ultima chance che abbiamo», osserva Frontera. Veltroniano della prima ora è sicuramente il pistoiese Agostino Fragai, assessore regionale: «Mi aspetto da Veltroni che spinga su alcuni temi come i valori, la partecipazione democratica e il rinnovamento». Due fiorentini che nel 1994 tifarono Veltroni in una federazione tutta dalemiana furono Simone Siliani, ex presidente del consiglio regionale, e l’attuale consigliere Filippo Fossati. Veltroniani doc sono anche l’ex sindaco di Prato Fabrizio Mattei e di Cavriglia Enzo Brogi, entrambi consiglieri regionali: «Ogni volta che Walter scrive un libro viene a presentarlo a Cavriglia», gongola Brogi. «Io sono più veltroniano di Veltroni», si definisce il lucchese Andrea Tagliasacchi. «Veltroniano convinto», si dichiara anche Giuseppe Del Carlo, segretario dei Ds di Lucca. E anche il capogruppo regionale dei Ds Paolo Cocchi confessa: «Ho forti simpatie per Veltroni». I “tiepidi”. Sono gli ex veltroniani che nel 1994 votarono per Walter alla guida del Pds, ma che poi sono approdati alla corte di D’Alema, senza però perdere i contatti con il sindaco di Roma. Come il ministro per le riforme Vannino Chiti. Fu uno dei grandi fautori della scelta di Veltroni, nel 1994. Però poi nel 2001 è diventato coordinatore della segreteria Fassino. Sicuramente buoni rapporti con Veltroni ce li ha anche il presidente della Regione Claudio Martini, anche per una certa affinità di contenuti (l’attenzione al mondo pacifista e dei no global). Da non dimenticare inoltre che nel 2000, quando per la guida della Regione si fronteggiarono Martini e Michele Ventura, dalemiano doc, l’allora segretario dei Ds Veltroni sponsorizzò l’attuale governatore. Veltroniano tiepido è l’assessore alla Sanità Enrico Rossi: «Veltroni come capo dei democratici va proprio bene». Pur essendo pisano, e Pisa è notoriamente terra di dalemiani, Rossi è stato chiamato a Roma per un anno da Veltroni ad occuparsi di problemi economici. Infine Andrea Manciulli, segretario regionale dei Ds: «Sono un dalemiano favorevole e molto convinto della scelta di Veltroni. Senza dubbio la migliore». Un dalemiano che da mesi sta coltivando buoni rapporti con il sindaco di Roma. Anche se, ci tiene a precisare, niente salti della quaglia. Soprattutto ora che D’Alema è in difficoltà e in molti lo stanno abbandonando. E quelli per necessità. Sono i dalemiani che ritengono Veltroni la migliore scelta possibile, in questo momento. Si accodano insomma a quanto deciso da D’Alema, grande promoter del sindaco di Roma alla guida del Pd. «Siamo tutti o quasi veltroniani per consapevole necessità», osserva ad esempio il sindaco di Pisa Paolo Fontanelli, il referente numero uno di D’Alema in Toscana. Anche Vittorio Bugli, ex sindaco di Empoli: «Io sono pienamente convinto che Veltroni sia la scelta giusta pur non essendo veltroniano». Un altro pisano, il consigliere regionale Gino Nunes, ex presidente della Provincia, pur premettendo di non tifare per nessuno, ritiene che Veltroni possa essere un buon leader per il Pd: «Ha fatto molto bene a Roma per la capacità di dare voce alle migliori culture e identità di quella città». Infine il livornese Ruggeri: «Io non sono mai stato veltroniano e non lo sono nemmeno ora, ma mi pare la soluzione migliore».

Nessun commento: