domenica 29 luglio 2007

Dai vecchi proclami alla politica del confronto

IL TIRRENO
DOMENICA, 29 LUGLIO 2007

Leggiamo sul Tirreno di ieri:
1) L’assessore Picchi va a Palazzo Chigi per firmare un documento sulla Porta a Mare che completa quello che anni fa Comune, Provincia, Regione e Autorità Portuale sottoscrissero con il Governo del tempo, rappresentato dal Sottosegretario Letta (Gianni). Gli impegni presi da quel Governo sono da buttare perché era di centro-destra?
2) In Consiglio Provinciale il segretario dei Ds Marco Ruggeri e il capogruppo di Forza Italia Maurizio Zingoni dialogano e prendono atto delle convergenze sulle scelte energetiche tra centro-sinistra e centro-destra. Situazione emersa peraltro anche in precedenza in Comune con Vittori capogruppo Ds.
3) Si contano le firme per il referendum sulla legge elettorale, sottoscritto anche da esponenti del centro-sinistra (a partire dal primo cittadino) come del centro-destra.
Chi dissente da queste singole iniziative e posizioni, lo fa, normalmente, nel merito, per motivi concreti.
Sempre sul Tirreno di ieri continua peraltro l’improbabile crociata di Vittorio Vittori contro il “trasversalisno” che i suoi occhi vedono solo nel mio confronto pubblico con Gianfranco Fini sulle elezioni francesi, nel corso del quale, si badi bene, Fini sosteneva le parti di Sarkozy ed io quelle di Ségolène Royal, senza per questo rinunciare ad interrogarmi sulla novità rappresentata dal neopresidente francese e sulle cause della sua vittoria. Eppure gli esempi che ho fatto sopra dimostrano che quotidianamente, chi opera nell’interesse della collettività cerca convergenze, quando sono possibili e distinzioni quando sono necessarie. La democrazia si basa sulla diversità di posizioni non per il gusto della diversità, ma perché è il metodo migliore per trovare soluzioni o attraverso lo scontro aperto e la misura del consenso, oppure attraverso la convergenza, mentre l‘immobilismo non ha mai risolto nulla. Ecco allora ciò che io intendo per vecchia e cattiva politica da innovare: il mix di proclami altisonanti e di mediazioni. La buona politica - secondo me - è fatta, invece, di confronto, rispetto per gli avversari, di inconciliabili opposizioni in certi casi e di opportune condivisioni in altri, sia di scelte concrete, dalla politica estera all’amministrazione locale, che di valori, come la democrazia, che è vera se non è di destra o di sinistra, come i padri costituenti che votarono la Carta Costituzionale in modo trasversale dovrebbero averci insegnato. Auguro a Sinistra Democratica, di cui peraltro apprezzo tanti temi, di poter esprimere un significativo ruolo politico nel paese e in città, evitando, se possibile, inutili anatemi ideologici e in più mirati ad personam verso chi ama e pratica senza pregiudizi la cultura del confronto continuo, civile e concreto con ogni interlocutore.
Claudio Frontera

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