La Cassazione: dire “vaffa” non è reato
Secondo la sentenza ormai è diventata una espressione di uso comune
ROMA. Mandare qualcuno a quel paese, ovvero il «vaffa», è come dire «non infastidirmi», «non voglio prenderti in considerazione», insomma «lasciami in pace». A dare questa nuova interpretazione ad una delle parolacce più diffuse nel nostro linguaggio, privandola della connotazione offensiva, è una sentenza della Cassazione che ha assolto un consigliere comunale di Giulianova (Teramo) dall’accusa di ingiuria: aveva mandato allegramente a quel paese il proprio vicesindaco
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